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Mario Cervi, Il Giornale, 17/8/10 Stampa

Lettera al dr. Mario Cervi (Cervi, la scuola e il razzismo)

Caro dr. Cervi, secondo il Suo parere è colpa della (eccessiva) presenza dei meridionali l’inefficienza diffusa tra magistrati, polizia o docenti; secondo il Suo parere è “merito delle ideazioni e delle realizzazioni degli zucconi padani o emiliani lo slancio che ha issato l’Italia tra le maggiori potenze economiche” (come se i manager di questo Paese fossero tutti “padani”); secondo il Suo parere i risultati scolastici positivi raggiunti a Sud sono frutto unicamente di “benevolenze e di lassismo” (come se i tanti-troppi docenti “terroni” a Nord cambiassero per miracolo emigrando); intanto, poi, si compiace di una lettera di una docente che denuncia “raccomandazioni e segnalazioni” che condizionerebbero le valutazioni degli allievi meridionali (come se fossero una prerogativa solo meridionale: meglio non fare esempi in settori come quelli della politica o dello stesso giornalismo). Per finire, Lei giudica “tronfi nel nome di un retorico meridionalismo” i tanti (“troppi”) che difendono ancora i docenti e gli allievi del Sud. Insegno anche io da circa 20 anni, non mi è mai capitato di “subire” segnalazioni o raccomandazioni, lotto spesso nei Consigli di Classe perché i colleghi sono quasi sempre “avari” con i voti e non si capisce perché la mia analisi non possa essere giudicata “solida”. Associando, però, le Sue idee sulla nostra scuola a quelle sulla storia del “risorgimento” (e sulle condizioni del Sud dei Borbone), non si può non evidenziare che Mario Cervi è vittima di una costante “tronfiaggine nel nome di un settentrionalismo retorico” che spesso sfocia in una forma nel complesso plateale di anti-meridionalismo. Per questo “segnaleremo” e “”raccomanderemo” ai (tanti-troppi) amici e parenti meridionali, semplicemente di non comprare più “Il Giornale”.

 

Cordialità