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Luca Ricolfi, Il Mattino, 21/7/10 Stampa
Luca Ricolfi (1950), sociologo, insegna Analisi dei dati all’Università di Torino. Ha fondato l’Osservatorio del Nord Ovest e la rivista di analisi elettorale Polena; è autore di diversi saggi e tra questi “Il sacco del Nord. Saggio sulla giustizia territoriale”, utilizzato molto frequentemente da chi vuole dimostrare le colpe del Sud collegandole alla necessità e all’urgenza del federalismo fiscale: un testo-guida da analizzare per i danni che potrebbe causare (ancora una volta) al  Sud.

 

Questo il contenuto di una sua recente intervista. 

IL MATTINO mercoledì 21 luglio 2010, pagina 2: intervista a Luca Ricolfi - "Federalismo ultima spiaggia, darà più benefici che al Nord" di Nando Santonastaso

«Federalismo ultima spiaggia, darà più benefici che al Nord». L’economista Luca Ricolfi: il Mezzogiorno ha bisogno di comportamenti virtuosi e la riforma fiscale li accelererà Nando. Il Sud che continua ad arretrare visto da un accademico torinese, come Luca Ricolfi, che al Mezzogiorno ha dedicato analisi, libri e pareri spesso e volentieri controcorrente. Siamo di fronte ad un declino inarrestabile del Sud, professore? «Non sono così pessimista. Certo, se guardiamo agli ultimi 20 armi è così. Diventa oggettivamente difficile trovare in altre aree dell'Europa un analogo arretramento. Ma se ci limitiamo agli ultimi due anni non credo che si possa dire che il Sud ha pagato più del Nord». Difficile da credere a giudicare dai dati Svimez. «Nei segmenti forti, i ricchi - che notoriamente sono meno numerosi nel Mezzogiorno - sono andati peggio dei più poveri; i lavoratori autonomi sono andati male rispetto ai lavoratori dipendenti, concentrati soprattutto al Sud. Sono dati del periodo terzo trimestre 2007-terzo trimestre 2009, altro che i soliti luoghi comuni». Ma i dati sulla povertà delle famiglie sembrano indiscutibili. «Attenzione, quando si parla di povertà vanno sempre analizzati i dati relativi alla povertà assoluta. Sono questi che fanno testo e qui non siamo al 14% ma a14-5%. Che non è poco, ovviamente. Di sicuro la dinamica indica un peggiorare? «No e per fortuna lo sanno anche i tanti meridionali che hanno smesso di piangersi addosso». Già, ma a cosa devono guardare, oggi? «Per esempio alla riforma federale dello Stato. Al di là delle strumentalizzazioni politiche, penso che tanti abbiano ormai aperto gli occhi sul federalismo. Paradossalmente, arrivo a dire che creerà pi benefici al sud. E non perché è migliore o peggiore ma semplicemente perché i margini di miglioramento del Mezzogiorno sono enormi». Convincere gli scettici, e sono ancora moltissimi, non appare facile. «Il problema è che occorreranno d'ora in avanti comportamenti virtuosi. Non com'è avvenuto per il ministro Gelmini alla quale hanno tolto i fondi provenienti dai risparmi nella scuola che intendeva riutilizzare per lo stesso compatto, a cominciare dai premi di merito. Certo, le Regioni del Sud potrebbero non essere capaci di ricevere benefici dai loro risparmiatori ma la strada mi sembra obbligata». Faccia qualche esempio. «In Calabria il livello di evasione fiscale raggiunge l'85%, quasi il triplo della media nazionale che èil 5O%: se la Calabria investisse la differenza tra i due livelli in favore delle imprese ne avrebbe un ritorno enorme. La Lombardia, che pure ha un'evasione quasi fisiologica al 12%, non ricaverebbe nulla da una stretta ulteriore e quindi non potrebbe utilizzare fondi aggiuntivi per le proprie esigenze. Se si pensa alla quantità di sprechi, parassitismi e tasse evase del Mezzogiorno i conti vengono facili». Ma forse bisognava pensarci prima. «Vero. Riutilizzare il 50% dei risparmi dagli sprechi doveva essere una richiesta a monte. Lo dico da anni ma non è servito».