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Caso-Insigne: chieste le dimissioni del direttore di TG1 Stampa

Il Movimento Neoborbonico ha invitato il direttore di TG1, il napoletano Mario Orfeo, a dimettersi dopo il servizio andato in onda (con ampio spazio e tra i primi servizi) il 28/2/16 sul caso-Insigne. Una nota è stata inviata al direttore di Rai Uno e al Presidente della Commissione parlamentare di Vigilanza Rai, Roberto Fico, con la richiesta di provvedimenti anche a carico dell’autore del servizio, Marco Bariletti. Si  è trattato dell’ennesimo episodio di discriminazione anti-napoletana in prima serata, sulla rete principale del servizio pubblico e per giunta in un telegiornale “guidato” da un direttore napoletano (Mario Orfeo). L’episodio ha causato una profonda e diffusa indignazione sul web e sui social per la diffusione di luoghi comuni, generalizzazioni e notizie false (alcune dette e smentite nello stesso tempo) sempre e come al solito a danno di Napoli e dei Napoletani.
Nel servizio in questione, infatti, si evidenziava che già in altre occasioni la criminalità aveva preso di mira i calciatori del Napoli e si citano 3 casi in ben 8 anni (in perfetta e triste media con gli episodi simili accaduti ad altri calciatori nelle altre città italiane ed europee ed anche di recente); si affermava che la moglie di Cavani “avrebbe convinto il marito ad andare Parigi dopo una rapina” (affermazione falsa); si sottolineava che una inchiesta della Dia avrebbe cercato le prove di un rapporto tra quelle rapine e le frange più estreme del tifo (ma, subito dopo, si dichiarava che le stesse indagini non confermarono questa tesi);  in conclusione si affermava, poi, che “Napoli punta le pistole in faccia gli eredi di Maradona” senza chiarire che si trattava di delinquenti  e non di una intera città in questo caso offesa e criminalizzata con una generalizzazione intollerabile specie se confrontata con episodi di cronaca simili in altre città mai vittime di questo tipo di  pregiudizi.

I danni derivati da questo tipo di accanimento antinapoletano sono riferibili all’immagine di una intera città e dei suoi abitanti e hanno conseguenze negative anche sul piano politico ed economico diffondendo la (immotivata) tesi di una città irredimibile e per la quale è inutile (da oltre un secolo e mezzo) qualsiasi tipo di intervento da parte dei governi di turno.