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Libri scolastici&verità storica: analisi e schede per scegliere bene Stampa

 

Inauguriamo una nuova sezione di studi sui nostri siti (neoborbonici.it e parlamentoduesicilie.it) sperando di offrire un servizio utile a docenti, allievi e genitori (e rappresentanti di case editrici) nella importante scelta dei libri di testo scolastici alla luce di studi sempre più aggiornati e documentati e spesso ignorati dagli autori. Aspettiamo segnalazioni, recensioni e repliche. Il giudizio sarà sintetizzato, per quanto riguarda la COMPLETEZZA E LA CORRETTEZZA di informazioni relative alle “QUESTIONI MERIDIONALI”, con GIGLI simbolici da 1 a 5 (3-5 gigli testo“CONSIGLIATO”; da 1 o 2 gigli testo “SCONSIGLIATO”).
SCHEDA N. 1. Elio Bonifazi e Francesca Chiara, Civiltà senza frontiere, Bulgarini: "Dopo l'impresa dei Mille, Garibaldi divenne l' incarnazione delle migliori virtù dell' umanità, l'uomo a cui le masse popolari attribuivano poteri quasi divini e al quale si indirizzavano perfino preghiere". Pur non aspettandoci da parte degli autori aggiornamenti alla luce di una storiografia sempre più diffusa e documentata sui tanti limiti di Garibaldi, quelle tesi sulla presunta "santificazione" di Garibaldi avvenuta in epoca risorgimentale andavano almeno contestualizzate e commentate per non procedere a fuorvianti santificazioni attuali.
Semplificazioni eccessive e ovvie (viste le garibaldine premesse) i passaggi su brigantaggio e questione meridionale. E così "sono secolari i mali soprattutto delle regioni meridionali dove regnavano la miseria, l'analfabetismo, la mortalità infantile e le malattie epidemiche". Anche in questo caso studi molto più aggiornati dimostrano che quelli citati sono dati parziali o riferibili alle regioni settentrionali (tra gli altri Collet, Daniele, Malanima, De Matteo, Fenoaltea a proposito di condizioni economiche e di vita).
Schema simile per il brigantaggio "sostenuto dai Borboni": plurale a parte, si tratta di tesi inflazionata ma indimostrata e indimostrabile e così anche per la solita versione del brigantaggio come malessere sociale ("il malessere delle plebi meridionali esplose nel 1861"), tesi immotivata e riduttiva (i malesseri che esplodono tutti insieme e a partire da esattamente e casualmente nel 1861 non sono più credibili alla luce di superatissimime letture marxiste della storia). Ancora più intollerabile la successiva lettura del brigantaggio come guerra tra meridionali ("una guerriglia condotta contro i galantuomini liberali che avevano monopolizzato il potere"): basterebbe un occhio anche rapido tra i documenti dei nostri archivi (fondi Brigantaggio in primis) per capire che quella guerriglia era rivolta nella stragrande maggioranza dei casi contro le truppe sabaude.  I protagonisti? "Delinquenti comuni fuggiti dal carcere, giovani che rifiutavano la leva, ex soldati borbonici e [di nuovo] contadini esasperati per le miserabili condizioni di vita". Nessun riferimento alle motivazioni politiche attestate da chi ha studiato negli archivi militari (il col. Cesari su tutti), pochi e riduttivi riferimenti alle atrocità commesse durante la tragica repressione ("una donna sospettata... fu fatta inginocchiare e fu fucilata").

GIUDIZIO:   GIGLI 1:    LIBRO NON CONSIGLIATO