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Il Sud muore? Colpa del Sud! Stampa


Secondo i nuovi dati dello Svimez e confermando quanto sosteniamo ormai da anni, il Sud è in condizioni peggiori di quelle della Greci, è alla deriva e rischia di diventare un deserto nei prossimi anni. Dimenticato e cancellato dalle agende di governo di turno, al Sud non si fanno quasi più figli, la popolazione diminuisce (ed era capitato solo durante la guerra del cosiddetto “brigantaggio”), la disoccupazione soprattutto giovanile è in crescita continua insieme all’emigrazione soprattutto giovanile nel silenzio complice di media e nella totale indifferenza dei politici locali e nazionali.  E si tratta di dati drammatici in un trend negativo e ininterrotto nel tempo esattamente da oggi fino al 1860 quando, prima dell’unità, molti parametri erano positivi al Sud e negativi al Nord. Ecco perché da anni denunciamo la storia di questi dati ed abbiamo il diritto e il dovere di farlo. Altro che “così spaccate l’Italia”, come se non fosse di fatto e per diritti già spaccata da un secolo e mezzo! Ecco perché i soliti politici e/o opinionisti più o meno famosi si affannano nell’attribuire le colpe di questa tragedia ai meridionali stessi con i soliti indimostrati e indimostrabili luoghi comuni più o meno razzisti e solo per giustificare e per continuare la politica di distruzione del Sud. Del resto se ne capiscono anche chiaramente le ragioni: cosa potrebbero dire per giustificare i mancati, necessari e urgenti interventi? Possono solo addossare alle "vittime" le loro colpe. Ecco perché, invece, gli opinionisti locali  e meno famosi si affannano nel dargli ragione: per sembrare bravi e belli agli occhi dei "potenti" di turno o per i soliti e antichi complessi di inferiorità. Tutti buoni, buonissimi, ottimi motivi per continuare la nostra sempre più importante battaglia di verità e di orgoglio.