gototopgototop
Il futuro del Sud nell'agenda del "Parlamento"
A questa conclusione il “Parlamento del Sud” è arrivato nella consapevolezza che il fallimento dell'intero sistema economico nazionale seppellirebbe anche le giuste rivendicazioni dei meridionali. L'inqualificabile scelta di relegare il Meridione a colonia ha la stessa radice dell'attuale profonda crisi economica nazionale ed è individuabile nella carenza di etica politica. Infatti prima e più che di soluzioni tecniche, di riforme strutturali,di nuove regole che disciplinino il mercato e la finanza, l'Italia ed anche l'Europa hanno bisogno di recuperare quell'etica dei comportamenti che non è un elemento esterno della politica ma che ne rappresenta l'essenza. In questo sta la profonda differenza tra una politica finalizzata solo alla acquisizione del consenso con difese dei privilegi di categorie ed una politica in grado di programmare il futuro di una collettività che armonizzi lo sviluppo,la solidarietà e privilegi la giustizia sociale. E' necessario abbandonare il basso profilo della realpolitik per restituirle il ruolo originale di strumento al servizio della collettività e che riduca le disuguaglianze, principi per i quali noi meridionalisti ci battiamo da sempre. La Chiesa e Confindustria, pur nella differente vocazione, oggi si trovano quasi a condividere lo stesso principio di giustizia sociale:  la Chiesa afferma di non demonizzare la ricchezza purché abbia una ricaduta sociale e Marcegaglia riferisce che se oggi gli imprenditori vogliono realizzare i propri obiettivi devono favorirne la realizzazione anche per la società. Una strada? Da analizzare e da valutare. Solo così finalmente i meridionali potranno vedere risolta la Questione Meridionale poiché il rilancio economico nazionale sarà meridionale o non sarà.