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Nord "virtuoso"? PDF Stampa E-mail

Seguono, in questa sezione, segnalazioni e link relativi a comportamenti censurabili registrati nel Nord dell'Italia ma che, sistematicamente, non trovano corrispondenza adeguata presso i media nazionali, al contrario di quanto avviene ne Sud dell'Italia.

1) False fatturazioni nel Veneto e truffe milionarie

http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/69782_concia_maxi_frode_da_12_milioni_tre_arresti_sei_persone_indagate/

Arzignano. Hanno sfidato la procura, nonostante sapessero di essere sotto la lente d'ingrandimento da mesi, continuando ad emettere fatture false con società di comodo per consentire una massiccia evasione fiscale alle concerie e sono stati arrestati. I numeri contabilizzati dalla procura sono impressionanti: 13 milioni di iva non versata allo Stato; fatture per operazioni inesistenti per 86 milioni di euro; 36 società coinvolte a vario titolo del distretto arzignanese della concia.

Il tribunale di Vicenza ha messo agli arresti domiciliari tre manager commerciali, per i quali la procura aveva chiesto il carcere, due dei quali, Andrea Ghiotto e Gabriele Signorin, sono molto conosciute nell'ambiente sportivo per essere alla guida del Grifo, squadra leader a livello nazionale del calcio a 5. Altre sei persone sono indagate a piede libero e tra di loro ci sono due imprenditori conciari di livello come Alberto Caneva e Pietro Biolo alla guida della Faeda spa, che avrebbe beneficiato di documenti fiscali fittizi. Indagato a piede libero anche il conciario Simone Voltolin della Sica.

L'operazione "amici per la pelle" è scattata tra venerdì e l'altro pomeriggio, quando è stato arrestato dai finanzieri del tenente Angelo Aloi al rientro dal Brasile Ghiotto, 38 anni, via Stadio 31, subito condotto agli arresti domiciliari. Con l'uomo d'affari di Arzignano, difeso dall'avvocato Vincenzo Garzia, è stato catturato su ordine del gip Agatella Giuffrida anche l'amico e collega Gabriele Signorin, 42 anni, via A. Pellizzari 50, assistito dall'avv. William Moschetta di Verona, alla guida della Flora spa. Il terzo ad essere stato privato della libertà personale è Stefano Parise, 38 anni, pure lui arzignanese con residenza in via Vicenza 58, collaboratore di Ghiotto nella gestione della "Leather Corporation sas", ritenuta dalla Finanza di Arzignano una cartiera che aveva soprattutto il compito di emettere fatture. Parise, inoltre, è amministratore della "Trade Import Export sas" con sede in via Bergamo 1, che avrebbe favorito l'evasione alla Flora spa di un imponibile di 9,1 milioni di euro ed iva non versata per 1,8 milioni.

Nell'ennesimo valzer che coinvolge il mondo della pelle è coinvolto anche Riccardo Censi, 48 anni, pure lui di Arzignano, via Custoza, 43, vicepresidente del Grifo e alla guida delle società Erreci sas, Erreci srl e Ilenpell srl che emetteva fatture di vendita di pelle grezze nei confronti della ditta di Ghiotto. In realtà, sostengono gli inquirenti, queste società servirebbero a far girare soprattutto carta e consentire ad altre ditte di importare ingenti quantitativi di pellame. Le accuse sostenute dal procuratore Salvarani e dal sostituto Peraro, che coordinano l'attività dei militari del colonnello Morelli, sono respinte dagli arresti, i quali sostengono che dietro le carte ci sono le pelli vere.

Il vero affare è il mancato versamento dell'iva, pari al 20%, perché consente ai conciari di rivendere il prodotto a un prezzo concorrenziale, anche se in questo modo si alterano le regole del mercato.

Dalle indagini è emerso che Ghiotto e Parise, anch'egli difeso dall'avv. Garzia, avrebbero acquistato pellami per numerosi milioni di euro da un'altra società di comodo, la Agors srl, che è intestata a Paolo Magrini, 35 anni, di Macerata. Sotto inchiesta anche Emanuele Adami, 57 anni, di Novara, socio accomandatario della Trade Import Export, che per le Fiamme Gialle avrebbe svolto un ruolo di un certo rilievo nel consentire la frode dell'iva tra il gennaio 2007 e quest'anno.

Durante le numerose verifiche e perquisizioni che sono state eseguite sono saltati fuori altri nomi, come ad esempio quello di Giampaolo Dalla Valeria, amministratore della Top Leather. Così come quello di Gastone Caffini, titolare della Edelweiss Leder Gmbh, che avrebbe consentito alla Cori International srl di evadere l'iva, emettendo documenti di vendita di pellami grezzi verso la Globo Pellami.

Ciò che emerge, accusano i magistrati, è un grave e ripetuto meccanismo di evasione dell'iva con l'emissione di fatture che a volte sono oggettivamente false, perché emesse a fronte di vendite inesistenti, mentre in altre occasioni sono soggettivamente inesistenti, quando le cessioni sono inesistenti e le fatture si riferiscono a soggetti fiscali diversi da quelli reali.

Ivano Tolettini

 

2) Fatture false per 200 milioni, scoperta maxi-evasione

Coinvolte oltre cento aziende attive nel nord Italia

09 settembre, 15:12

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/09/09/visualizza_new.html_1785262821.html

ROMA - La Guardia di Finanza di Cremona ha scoperto una maxi-evasione fiscale realizzata con un giro di fatture false per circa 200 milioni di euro. Coinvolte oltre cento aziende che operano nel Nord Italia e tra queste anche una societa' cremonese, attiva nel settore della commercializzazione e della posa dei pavimenti, da cui ha preso le mosse l'attivita' di indagine.

L'operazione delle Fiamme Gialle, denominata ''Mosaico d'oro'', e' partita a seguito di una serie di segnalazioni per operazioni finanziarie sospette nei confronti di imprese individuali, societa' e consorzi operanti nel settore edile. Le indagini, svolte sotto il coordinamento della Procura della Repubblica di Cremona, hanno portato alla scoperta di un vasto e ben articolato meccanismo di evasione, il cui funzionamento faceva perno sull'emissione e l'annotazione di fatture per operazioni inesistenti. I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso di una conferenza stampa alle 10.00, al Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Cremona, in via Zara 6.

3) Uova marce e truffe alimentari

http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2010/14-settembre-2010/sequestrati-10-milioni-uova-la-preparazione-dolci-natalizi--1703757307595.shtml

VENEZIA - Dieci milioni di uova sono state sequestrate dai carabinieri del Nas di Padova e del reparto Analisi per la tutela della Salute in una ditta veronese, specializzata nella fornitura di ovoprodotti destinati a industrie dolciarie nazionali. Il controllo, in vista degli approvvigionamenti autunnali di prodotti base per la realizzazione di dolci tipici natalizi, ha portato alla scoperta che in un magazzino di una ditta veronese le uova venivano stoccate senza rispettare le corrette condizioni igienico-sanitarie, a temperature non idonee, con percolati di uova rotte, il tutto in presenza di insetti, roditori e relativi escrementi. Visto il cattivo stato di conservazione del magazzino, il personale del Nas ha operato il sequestro penale dell’intera partita, pari a 10 milioni e 300 mila uova, per un valore commerciale del prodotto finito pari a 2 milioni di euro. L’attività ispettiva è proseguita anche all’interno dell’area di sgusciatura e lavorazione dove sono state riscontrate diffuse situazioni di sporcizia, risalenti alla precedente lavorazione. È stata quindi richiesta all’Autorità sanitaria l’inibizione all’uso dell’intera linea di lavorazione dell’azienda stessa fino all’adeguamento ai regolari criteri igienici. Lo specifico intervento dei carabinieri del Nas ha permesso di impedire l’eventuale utilizzo delle uova nella preparazione di sottoprodotti destinati quali ingredienti in prodotti dolciari da forno, panettoni e pandori in testa.

Nelle ore successive al sequestro, la Melegatti Spa, azienda leader del settore dolciario da ricorrenza, ha dichiarato la propria estraneità alle operazioni denunciate. «Operiamo severi controlli su ogni partita che ci viene consegnata, avvalendoci del nostro laboratorio e di laboratori esterni che ne integrano le competenze», conferma l’avvocato Emanuela Perazzoli, presidente e amministratore delegato di Melegatti, «tanto che, grazie alle nostre severe misure cautelative, abbiamo raggiunto importanti certificazioni di qualità per le quali rispettiamo rigorosissime procedure, che salvaguardano consumatore e azienda».

«Con oltre nove italiani su dieci che durante il periodo di Natale consumano dolci l’operazione dei Nas dei Carabinieri è importante per garantire la sicurezza a tavola in un momento importante per le famiglie». È quanto afferma, in una nota, la Coldiretti nell’esprimere soddisfazione per l’operazione dei Nas che hanno sequestrato i 10 milioni di uova stoccate vicino a Verona. «Si stima che in Italia siano prodotti per Natale più di cento e dieci milioni tra pandori e panettoni, ma sono anche in molti - conclude la Coldiretti - a riscoprire dolci tradizionali del territorio fatti in casa». (Ansa)

4) Mozzarelle blu

http://bologna.repubblica.it/cronaca/2010/08/06/news/mozzarelle_blu_indagato_il_presidente_della_granarolo-6115463/

Giampiero Calzolari, presidente della Granarolo spa, è indagato alla Procura di Torino nell'ambito dell'inchiesta sulle frodi in commercio aperta dal procuratore Raffaele Guariniello e che riguarda anche importazioni di prodotti tedeschi. Calzolari è l'unico indagato dell'azienda di Cadriano e dovrà dare spiegazioni in particolare su una confezione di mozzarelle consegnata ai tecnici dell'Usl di Torino che è risultata essere contaminata dal batterio che colora di azzurro i latticini. L'avvocato Luca Sirotti, che lo difende, ha specificato che l'esame sulla mozzarella alterata non ha visto la presenza di un consulente di parte. Sullo sfondo di questa vicenda risalta una differenza radicale di vedute tra la procura di Torino e quella di Bologna. Quest'ultima ha fatto eseguire alcuni controlli presso la Granarolo che sono risultati negativi ed è quindi probabile che l'inchiesta bolognese del pubblico ministero Luca Tampieri si avvii verso l'archiviazione. Tra le due procure c'è freddezza anche per il fatto che il dottor Guariniello ha voluto ascoltare i carabinieri dei Nas che avevano fatto gli esami per conto della procura bolognese.

Solo pochi giorni fa Calzolari aveva lamentato l'ingente danno d'immagine per la Granarolo, parlando di alluvione mediatica e di danni per due milioni e mezzo di euro, fra confezioni ritirate dagli scaffali e calo della richiesta nei 60mila punti di consegna. Senza contare la valanga di mail dei consumatori delusi, i problemi d´immagine, le relazioni tese coi clienti. Aveva poi, a beneficio dei fotografi, consumato le sue mozzarelle per dimostrarne con l'esempio la genuinità.

coppia il caso Granarolo nell'ambito dell'inchiesta sulle mozzarelle blu. Due confezioni di latticini colorati sono stati acquistati in un supermercato di Rivoli, in provincia di Torino. Stando al quotidiano La Stampa, il procuratore titolare dell'inchiesta, Raffaele Guariniello, sta già indagando sui nuovi episodi e gli esami dell'Istituto zooprofilattico confermano la presenza dello pseudomonas fluorescens, un batterio che "prolifera a velocità e in quantità enorme se esistono carenze igieniche nell'acqua".
Dalle indicazioni riportate sulle confezioni risulta che le mozzarelle sono prodotte con latte italiano, ma gli inquirenti hanno rilevato un legame tra l'azienda bolognese e quella tedesca, cui fanno riferimento gli altri casi scoperti finora. La Granarolo acquista dalla
Milchwerk Jager di Haag "materiale per lavorare alcuni prodotti".

Latte straniero - A questo punto, il caso si espande e al di là della mozzarelle incriminate, la Coldiretti chiede di "fare immediatamente chiarezza su quanto latte e derivati sono importati, di quale provenienza, con quali marchi e prodotti vengano immessi sul mercato e su quali relazioni con la società tedesca Milchwerk Jager, responsabile della vicenda delle mozzarelle blu, abbia la Granarolo, società di proprietà della più grande cooperativa del settore lattiero caseario che dovrebbe avere come primo obiettivo la valorizzazione del latte prodotto nelle stalle italiane". Insomma perché utilizzare latte straniero, forse allungato con acqua "poco" pulita?

Pubblicità ingannevole - Insorge anche il Codacons che denuncia la Granarolo alle Procure di Torni e Bologna e alla Corte dei conti per pubblicità ingannevole. "Qualora fosse vera questa circostanza e i prodotti Granarolo non venissero realizzati esclusivamente con materie prime italiane vi sarebbe un danno non solo per i consumatori, ma anche per l'economia nazionale", tuona il presidente Rienzi. Il quadro è "inquietante": altro che "mucche italiane selezionate" e "latte garantito e certificato ogni giorno con controlli più numerosi e approfonditi di quelli di legge", come recita lo spot di Latte Alta Qualità. Al loro posto, se tutto questo fosse vero, ci sarebbe un latte di provenienza incerta, che sfugge al controllo italiano. Per Codacons occorre verificare se un'eventuale pubblicizzazione come italiani di prodotti realizzati anche con materie prime straniere possa configurare reati come frode in commercio o truffa aggravata.Senza dimenticare i possibili danni all'erario connessi alle export e al discredito per il made in Italy.

La replica di Granarolo - Alle notizie arrivate da Torino e alle polemiche conseguenti, Granarolo replica con una nota precisando innanzitutto di non aver mai acquistato "latte, mozzarella, semilavorati o ingredienti dalla società tedesca Jaeger, che invece è stata fornitrice dell'azienda, ma esclusivamente di provole dolci (prodotti finiti confezionati)". Inoltre l'impresa bolognese "non è mai stata sentita o contattata dalla magistratura di Torino, non ha mai ricevuto alcuna comunicazione o notifica da parte delle Autorità sanitarie sul caso citato". Riguardo al messaggio pubblicitario, non ci sono inganni: regolarmente vengono effettuati controlli su processo produttivo e acque e di recente l'azienda è statasottoposta "a controlli da parte delle Autorità sanitarie, nell'ambito dei quali sono stati prelevati campioni ufficiali (acque e mozzarelle) che sono stati analizzati e risultano perfettamente conformi". Inoltre "se sulla confezione è riportata la dicitura 'solo latte fresco italiano' significa che la materia prima è esclusivamente italiana".