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Autostrade alla Regioni: il governo boccia la legge Stampa

La proposta aveva già effettuato alla commissione Ambiente della Camera il primo passaggio, con l'adozione del testo base. Il provvedimento aveva come primo firmatario Marco Reguzzoni, presidente dei deputati della Lega, e vedeva in un esponente del Carroccio, Guido Dussin, il relatore in commissione Ambiente. Qui, dopo la proposta di legge di Reguzzoni, sono arrivati anche altri testi riguardanti la «regionalizzazione» dell'Anas da parte di altri gruppi, con una impostazione diversa. È stato affidato a Dussin il compito di redigere un testo unificato, che è venuto a recepire tutte le istanze del Carroccio. Il primo punto era che il capitale dell'Anas viene trasferito alle Regioni sulla base del parco auto. Il che portava una tabella squilibrata in favore delle regioni più ricche, dove ci sono più veicoli circolanti. Alla Lombardia il 19,18%, al Piemonte l'8,87%, al Veneto l'8,08%, all'Emilia Romagna l'8,36%. Al Lazio il 14,69%, sarebbe andata invece malissimo alle regioni Meridionali, dove pure insiste la maggior parte di strade e autostrade a gestione Anas: per esempio alla Sicilia il 5,32%, alla Campania il 4,87% il 3,53%, per prendere le tre più popolose. La proposta della Lega prevedeva poi che l'Anas costituisse delle ulteriori socetà sub-concessionarie a cui affidare la gestione delle strade o delle autostrade assoggettabili a pedaggio reale o figurativo (il cosiddetto «shadow toll»).  Il testo della Lega poi, sottolineano i Pd Salvatore Margiotta e Tino Iannuzzi, ha un'altro paradosso, e cioè quello di far finire alle regioni del Nord i proventi del pedaggio del futuro Ponte sullo Stretto di Messina. Quest'ultima società è a stragrande maggioranza dell'Anas, e così attraverso la partecipazione al Capitale la Lombardia avrà il 19, 18% dei pedaggi e la Sicilia e la Calabria il 5,32% e il 2,20%. (FONTE: IL MATTINO.IT)