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RISOLTA LA QUESTIONE MERIDIONALE: ELIMINATI I MERIDIONALI (LA POLITICA ITALIANA DAL 1992 AL 2019) Stampa

RISOLTA LA QUESTIONE MERIDIONALE: ELIMINATI I MERIDIONALI. TUTTI COLPEVOLI (LEGHISTI E NON, PADANI E NON, TRA LA FONDAZIONE AGNELLI DEL 1992 E IL REGIONALISMO DEL 2019). In questi giorni si discute di regionalismo e di autonomie e in tanti ormai sanno che sarà una "secessione dei ricchi" del Nord e sarà il colpo finale per il Sud. La Lega, però, raccoglie i frutti di un lavoro lungo e di prossima realizzazione: nel 1992 fu la FONDAZIONE AGNELLI la prima a parlare di "padania" come di una "regione d'Europa" (verde-padano il colore della copertina) e a indicare la via dello sviluppo del Nord e, nonostante le solite finte rassicurazioni, del sottosviluppo del Sud e i dati oggettivi sono chiarissimi con giovani che partono a migliaia e un Sud ormai deserto. Da allora in poi il progetto continua e passa per lo "spauracchio" della secessione padana e per le ampolle del Po in diretta tv (ditelo a chi parla di un partito per il Sud che non è e non sarà facile farlo senza "appoggi" mediologici), passa per i federalismi sbandierati dalla Lega ma approvati dai governi di destra e soprattutto di sinistra degli ultimi anni (chiedete al pugliese D'Alema con le sue riforme costituzionali che hanno spianato le strade di oggi). E, intanto, una bella campagna di propaganda antimeridionale che passa per l'immagine del Sud bruttosporcoecattivo, del Sud che "ruba", "sperpera", "non sa spendere i soldi pubblici" (chiedete ai giornalisti di turno nelle tv nazionali e anche a quelli di casa nostra che si prestano consapevolmente o meno). Fino a raccogliere voti leghisti anche al Sud e a far dichiarare chiusa la questione tra diversi meridionali complici (dov'erano in questi ultimi 30 anni quelli che oggi protestano contro la Lega e i regionalismi?) e tantissimi meridionali rassegnati (dite a qualcuno che non può mangiare oggi che deve scendere in piazza e magari perdere pure pensioni e redditi di cittadinanza). FASE 1, allora, con la propaganda che convince i padani di essere superiori. FASE 2 con la propaganda che convince i meridionali di essere inferiori (ecco perché così spesso attaccano gente come i neoborbonici che parlano di Memoria, Orgoglio e Riscatto). Eccezionali due esempi recenti. Quello di GALLI DELLA LOGGIA che sul Corriere (maggio 2019) certifica in sintesi l'inferiorità dei meridionali partendo da due tizi che dicevano sciocchezze in un programma notturno in Rai. Quello di GUIDO TABELLINI che sulle pagine del Foglio (maggio 2019) da torinese, economista internazionale, già rettore Bocconi, incarichi in Fiat, Eni, governo-Letta e futuro governo-Cottarelli, dichiara che l'Italia, per salvarsi e per avvicinarsi all'Europa, "deve far crescere le imprese dove sono più produttive": "tutto ciò non è indolore", si tratta di politiche che "aumentano la distanza tra Milano e Napoli, tra aree avanzate e arretrate del paese" (in pratica la linea della Fondazione Agnelli del 1992 ormai in dirittura d'arrivo). Due sentenze definitive di intellettuali (bene chiarirlo e ricordarlo) tutt'altro che leghisti: la Lega resta un "nemico" ma, purtroppo, non è "il" nemico, circondati come siamo da opinionisti e politici di fede "padana" dichiarata o meno anche a prescindere dagli schieramenti politici (ditelo ai tanti del PD o del M5s più leghisti dei leghisti). Due sentenze che ci fanno capire qual è la strada scelta per il futuro di questo Paese che nacque con le stesse modalità e le stesse finalità oltre 150 anni fa (ecco a che serve la storia ed ecco perché quel passato si lega al presente nella sconcertante continuità di protagonisti e vittime: ditelo a quelli del “non si mischia il passato con il presente”). Ecco contro quanti e quali "nemici" combattiamo. Ecco perché è così difficile creare un partito per il Sud. Ecco perché abbiamo il diritto e il dovere di continuare le nostre "battaglie" civico-culturali-politiche con la consapevolezza amara di avere pochi mezzi umani e finanziari e la consapevolezza fiera di rappresentare una possibilità e una piccola speranza per i giovani del Sud di domani. Gennaro De Crescenzo