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CHIAREZZA, RISPETTO E VALORIZZAZIONE (E NON "DEPORTAZIONI") PER I NOSTRI BENI CULTURALI PDF Stampa E-mail

MuseoNapoli

 

 

E’ stato siglato un accordo tra il Palazzo Bellini di Comacchio e il Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’accordo prevede il trasferimento di una parte dei tesori archeologici di Pompei ed Ercolano dal deposito napoletano all’area espositiva lagunare. Inutile ricordare che quelle collezioni sono il frutto degli scavi realizzati dai Borbone e che il resto delle collezioni di quel museo sono l’eredità della Collezione Farnese che Carlo di Borbone regalò a Napoli. In linea con le direttive del Ministero dei Beni Culturali, Paolo Giulierini, direttore del Museo Nazionale partenopeo, ha pensato di rendere fruibile il nostro patrimonio non esposto per carenza di spazi, in una città del Nord. L’accordo prevede un ‘prestito’ di due anni (questa la notizia riportata a Comacchio e smentita solo in parte dai responsabili che parlano di "pochi mesi"). Il "prestito", però, potrebbe essere rinnovato (salvo trasformarsi poi in donazione) ed è su questo che si richiede estrema chiarezza. Possibile che Napoli debba esportare le sue ricchezze, sottraendole alla sua gente e che non si provveda (finalmente) a progetti di (vera) valorizzazione di ciò che possediamo dentro e fuori dai depositi? Questo è quello che, in una nota protocollata, il Movimento Neoborbonico a richiesto al Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, al Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, al sindaco di Napoli Luigi de Magistris.

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